Il Museo di Storia Naturale della Maremma può essere definito un museo “territoriale”, ovvero dedicato ad un preciso contesto geografico. La Maremma viene qui intesa con una accezione ampia, che coincide approssimativamente con la Toscana meridionale. Ogni campione esposto, ogni descrizione, approfondimento, ricostruzione ambientale si riferisce alla storia naturale di questa affascinante porzione di territorio, ricca di elementi di elevato interesse e con molti aspetti ancora da indagare e approfondire.
La complessità della vita, le relazioni tra gli organismi viventi e il loro ambiente sono il nodo centrale attorno al quale si sviluppano le attività del museo. Queste spaziano dalla didattica alla esposizione e conservazione dei reperti, alla pubblicistica, alla organizzazione di eventi di approfondimento, alla documentazione del patrimonio naturale per mezzo della ricerca scientifica.
Il Museo di Storia Naturale della Maremma rappresenta quindi:
una istituzione scientifica indirizzata alla formazione di una coscienza naturalistica;
una struttura specialistica, aperta all’operatività e alla attività di gruppi di studio;
un centro di documentazione del patrimonio Naturalistico della Toscana meridionale;
un luogo di ricerca, in grado di sviluppare collaborazioni e fornire supporto per l'elaborazione di programmi di salvaguardia e conservazione della natura;
un volano per la diffusione della conoscenza del territorio in ambito scientifico.

Il raccordo tra le sezioni di scienze della terra e scienze della vita ospita un ideale albero dei viventi.

La specie fu descritta nel 1872 dal paleontologo francese Paul Gervais a partire da una mandibola proveniente dalla miniera di lignite di Montebamboli (Massa Marittima, GR).

Dopo 42 anni i Falchi Pescatori tornano a nidificare in Italia.
Un nido, con due pulcini, monitorato 24h su 24 nel Parco della Maremma.