La grotta oggi sommersa situata nell’isolotto dell’Argentarola è stata una preziosa testimone dell’evoluzione della linea di costa.
Durante le fasi di trasgressione (avanzamento dei mari nei periodi interglaciali) la cavità veniva sommersa e tutti i processi fisico-chimici di formazione delle concrezioni si interrompevano. Quando il livello del mare si riabbassava (regressioni marine, nei periodi glaciali) nella grotta si riattivava la formazione di stalattiti e stalagmiti.
Lo studio di questi speleotemi ha fornito dati di grande precisione sui livelli marini e la conseguente evoluzione della linea costiera durante il Quaternario. L’analisi fine delle stalagmiti ha inoltre permesso di ricostruire le paleotemperature dell’aria durante le fasi glaciali e dell’acqua del mare nei momenti di sommersione.
Il diorama riproduce una porzione interna della grotta; sullo sfondo si vede l’entrata.
Le stalattiti e le stalagmiti sono completamente ricoperte da uno strato di organismi: vermi tubicoli, spugne, polipi di celenterati, ecc. che, illuminati da una torcia elettrica, mostrano tutti i loro spettacolari colori. L’interno della grotta è frequentato da pesci come le corvine, forti nuotatori e da specie schive come i re di triglie, o castagnole rosse.
Il fondo della grotta è ricoperto di uno strato di sedimenti finissimi che un minimo movimento dell’acqua riporta in sospensione, annullando del tutto la visibilità (immergersi nella grotta è molto pericoloso per un subacqueo inesperto).
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