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Della Maremma Toscana

“Ocean with David Attenborough” al Museo di storia naturale della Maremma



Sabato 15 novembre alle ore 17.00, al Museo di storia naturale della Maremma, in strada Corsini 5 a Grosseto, si terrà la proiezione gratuita del documentario “Ocean” di David Attenborough, un’opera straordinaria che racconta la meraviglia, la vitalità e la fragilità dell’oceano, invitando il pubblico a riflettere sul nostro ruolo e sulla capacità dell’uomo di proteggere questo prezioso ecosistema.

L’iniziativa è organizzata da Tuscan Environment Foundation (TEF), insieme al Museo di storia naturale della Maremma e al Parco regionale della Maremma, con l’obiettivo di sensibilizzare la comunità sul valore della conservazione marina e sull’urgenza di un impegno condiviso per la tutela dell’ambiente. La partecipazione è gratuita, ma è richiesta la prenotazione tramite il form https://shorturl.at/mCWQm, presente anche sul sito del Museo di storia naturale.

Dopo la proiezione del documentario, il pubblico potrà assistere a una tavola rotonda dedicata al tema della salvaguardia del mare e della biodiversità, che vedrà la partecipazione di Simone Rusci, presidente del Parco regionale della Maremma, Lucia Venturi per Legambiente, Adriano Argenio per WWF Oasi e Francesca Giannini del Parco nazionale Arcipelago Toscano. Il dibattito sarà moderato da Laura Lo Presti di Tuscany Environment Foundation e Andrea Sforzi, direttore del Museo di storia naturale della Maremma.

«Il motivo per cui abbiamo contattato i coproduttori del film “Revive Our Ocean” e organizzato questa proiezione – interviene la direttrice di Tuscany Environment Foundation Laura Lo Presti – è quello di incoraggiare gli spettatori a riflettere sull’importanza dell’oceano, sulle minacce e le possibili soluzioni che possono garantirne la protezione. L’obiettivo non è solo quello della conoscenza bensì di ispirare un coinvolgimento proattivo negli sforzi di conservazione marina.
Il documentario copre tre temi chiave: l’importanza dell’oceano per la vita sulla Terra, l’impatto della pesca industriale sulla vita marina e i benefici delle aree marine protette.
Dopo la visione utile a stimolare un dialogo significativo e su basi scientifiche, vogliamo invitare ad azioni collettive, partendo dalle azioni locali».

«Gli oceani – spiega il direttore del Museo di storia naturale Andrea Sforzi – che da sempre percepiamo come immensi e capaci di assorbire ogni impatto umano, stanno invece mostrando in modo sempre più evidente i segni della tripla crisi planetaria: cambiamento climatico, perdita di biodiversità e inquinamento. Problematiche che, a scale diverse, e in alcuni casi ancora più preoccupanti, affliggono anche gli altri mari. Ocean è l’occasione per conoscere meglio le meraviglie degli oceani, ma anche gli enormi problemi, spesso poco noti o sottovalutati, che si trovano ad affrontare. Un punto di partenza importante e autorevole per calare nella nostra realtà una riflessione su cosa è possibile fare per la salvaguardia di un bene comune troppo spesso sottovalutato: il nostro mare».

«Il documentario ci ricorda che le sfide ambientali non finiscono a terra – spiega Simone Rusci, presidente del Parco della Maremma – ma continuano in un mondo, per noi meno conosciuto e più impenetrabile, che è quello dell’acqua. Si parla di oceani ma lo stesso ragionamento potrebbe essere esteso a mari e fiumi, dove la conservazione è quasi più urgente che a terra: il fiume Ombrone, per fare un esempio, negli ultimi anni si è molto impoverito perdendo molte specie autoctone che c’erano fino a trent’anni fa, sostituite da specie alloctone, quasi sempre introdotte dall’uomo. Lo stesso vale per il mare, in questo caso a causa di una pesca non sostenibile e intensiva. Nel Parco sono anni che si discute per istituire l’Area marina protetta, partendo dall’estensione degli attuali strumenti di tutela a mare, almeno in prossimità della foce dell’Ombrone. In ogni caso anche se noi percepiamo questo netto confine tra acqua e terra non è lo stesso per la natura che in questi passaggi di habitat nasconde una grande ricchezza e una grande biodiversità».

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